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ALBERTO DA ZARA


Alberto Da Zara ' (8 aprile 1889, Padova - 4 giugno 1951, Foggia ) è stato uno dei più importanti ammiragli della italiana Regia Marina . E 'entrato nel 1907 e ha combattuto a bordo corazzate nella guerra italo-turca e la Prima Guerra Mondiale . Negli anni tra le due guerre alternò comandando torpediniere e incrociatori e in qualità di comandante navale nel Mar Egeo e il Far East . Divenne un ammiraglio nel 1939 e dopo alcuni comandi secondari all'inizio del secondo conflitto mondiale ha condotto 7a Divisione Navale, giocando un ruolo importante nella battaglia di Pantelleria . Dopo l'armistizio italiano con gli Alleati, fu internato a Malta .



Il padre di Alberto era un ex ufficiale di cavalleria e di suo fratello Guido morto combattendo in Croazia come ufficiale di cavalleria il 16 Febbraio 1943, mentre comandava la Cavalleggeri di Alessandria reggimento. [ 1 ] Da Zara non si sposò mai, ma ha vinto il soprannome lover latino con la sua condotta in alta società in Italia e in Estremo Oriente - durante la sua permanenza in Cina, le sue conquiste sembrano aver compreso Wallis Simpson , [ 2 ] futura moglie di re Edoardo VIII .

Un ufficiale e gentiluomo con la Marina nel cuore e nel sangue, l’indiscusso protagonista della guerra sul mare durante il secondo conflitto mondiale che sarà ricordato come il regista della “battaglia di Pantelleria” del 15 giugno 1942.

 Si tratta dell’ammiraglio Alberto Da Zara. Le sue imprese e le sue capacità marinaresche resteranno negli annali della strategia marittima di guerra per via del colpo messo a segno dalla Marina italiana nei confronti della Royal Navy e che mise in evidenza le peculiarità della tattica dell’ammiraglio Da Zara.

 Una storia nella storia della Marina italiana che emerge da una nuova edizione del libro Pelle d’Ammiraglio curata e commentata da due storici e studiosi di alto rango come Enrico Cernuschi e Andrea Tirondola, pubblicato dall’Ufficio storico della Marina Militare.

 Un’idea, quella di rieditare il libro di Da Zara, nata dall’intuizione del Capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe De Giorgi, e “presa a bordo” immediatamente dall’Ufficio Storico della Marina Militare che con questo prestigioso volume ha riconsegnato ad appassionati ma anche ai marinai di ieri e di oggi un volume che è una pietra miliare nella storia dell’arma navale.

 “Di fatto ha consentito alle generazioni future di marinai, ma anche a quanti prestano servizio oggi nell’arma navale, la possibilità di disporre, come ha sottolineato il capitano di vascello Giosuè Allegrini, Capo dell’Ufficio Storico, “di un lavoro editoriale unico nel suo genere per memoria storica espressa, oltre che fonte di riflessioni di profondo valore umano e di assoluta modernità”.

Una pubblicazione che il comandante Allegrini definisce “corsara” ma che allo stesso tempo fa rilevare le grandi potenzialità dell’Ufficio Storico della Marina Militare, voluto cento anni fa dall’ammiraglio Paolo Thaon Di Revel.

 “Quest’opera consegna alla storia un valoroso e abile condottiero, idolatrato dai propri equipaggi, e soprattutto stimato e temuto dal nemico, che ebbe modo di apprezzarlo sui mari in pace e in guerra – spiega il comandante Leonardo Merlini, capo sezione editoria dell’Ufficio Storico della Marina Militare, che firma la direzione editoriale del volume -. Come a Pantelleria il 15 giugno 1942, quando lo strapotere navale italiano mostrato da Da Zara in battaglia indusse i pianificatori angloamericani a rinunciare a qualsiasi idea di sbarco in Tunisia, nell’ambito della già concordata invasione dell’Africa Settentrionale”.

 Un’icona, insomma che, per citare Dino Buzzati, che non lo conobbe ma ne apprezzò le qualità umane e le doti di comandante “ama le donne, i viaggi, l’eleganza, gli onori, la cultura, la bella vita ma con la riserva di un ben nutrito humor, e soprattutto che trova il completo appagamento soltanto in plancia, al comando di una bella nave, quando ai primi barlumi di un’alba splendida all’orizzonte compaiono le alberature del nemico”.

Di lui il giornalista e corrispondente di guerra Dino Buzzati sul Corriere della Sera del 6 giugno 1951 nell’articolo intitolato Il testamento dell’ammiraglio scrisse a pochi giorni dalla morte: “La fedeltà, grandissima, al «mestiere», la Marina come modo di vivere, la passione per i cavalli e per la vela, il gran mondo internazionale, gli amori, la Cina, la poesia, la effettiva gloria, l’orgoglio, e in fondo un superiore distacco da gran signore: nel Testamento c’è dunque l’autoritratto di un classico ufficiale di Marina, così come almeno una volta lo sognavano i ragazzi.

 Un «brillante» ufficiale nel senso migliore del termine, che delle tradizioni marinare fa la propria fede ma conserva una ambiziosa e spregiudicata personalità, che ammira i marinai inglesi però senza complesso d’inferiorità (e lo dimostrò in battaglia), che ama le donne, i viaggi, l’eleganza, gli onori, la cultura, la bella vita ma con la riserva di un ben nutrito humor, e soprattutto che trova il completo appagamento soltanto in plancia, al comando di una bella nave, quando ai primi barlumi di un’alba splendida all’orizzonte compaiono le alberature del nemico”.

 Una descrizione che inquadra in maniera molto chiara la personalità dell’ammiraglio in un volume che ha visto l’impegno a vari livelli di autori come Maurizio Brescia e il comandante Andrea Tani, ma anche il contributo del capitano di fregata Ennio Chiffi, responsabile dell’Archivio dell’USMM e di tanti altri.

 L’opera è accompagnata da un importante corredo di note redazionali, da un indice dei nomi - assente nell’edizione originaria - da un’introduzione e da una postfazione. Completano il volume tre corpose appendici sulla Battaglia Navale di Pantelleria (15 giugno 1942, il capolavoro professionale di Da Zara), sulle vicende susseguitesi a Malta nel settembre del 1943 (quando Da Zara affrontò la prova più difficile della sua carriera) e sulle testimonianze lasciate da chi lo conobbe.

 L’iconografia è stata arricchita con foto e immagini nuove, esclusive e in parte ancora inedite. “Questa nuova iniziativa editoriale, intrapresa con entusiasmo dall’Ufficio Storico della Marina Militare – aggiunge il comandante Merlini  - appartiene alla nuova collana La Marina vista con gli occhi dei protagonisti e mira a riproporre un bestseller dell’epoca che ci auguriamo riscuota l’apprezzamento e il riconoscimento degli storici, degli studiosi e degli appassionati di storia navale in genere”.

 Con Pelle d’Ammiraglio l’Ufficio Storico della Marina Militare prosegue nella nuova collana La Marina vista con gli occhi dei protagonisti dopo la pubblicazione di Eliso Porta - La mia guerra fra i codici e altri scritti, a cura di Umberta Porta, dello scorso anno.

 

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